Nella vita di tutti i giorni siamo sottoposti ad una pioggia di segnali, che arrivano in vari modi e canali. Nessuno puó fare a meno di comunicare, anche appartarsi e stare in silenzio, comunica qualcosa.
Il filosofo Paul Watzlawick sostiene che tutto il nostro comportamento è comunicativo: se prendiamo a calci un sasso per strada ad es. indica che siamo nervosi.
La comunicazione verbale, non verbale, gli oggetti presenti e il contesto, incidono molto sulla relazione che si stabilisce tra due interlocutori.
Questo è oggetto di studio della pragmatica della comunicazione.
Secondo questa teoria, il contenuto e il contesto di una comunicazione sono strettamente legati tra loro. Ad es. se raccontiamo qualcosa a persone che erano presenti all’accaduto e a persone che non vi hanno preso parte, l’effetto del racconto sarà diverso tra le varie persone.
La comunicazione inoltre risulta spesso ambigua e si presta a fraintendimenti.
Watzlawick e Gregory Bateson hanno evidenziato la circolarità della comunicazione: mentre parliamo, cogliendo le reazioni del nostro interlocutore, modifichiamo di conseguenza il nostro comportamento, questo fenomeno è chiamato feedback o retroazione.
Watzlawick insieme ad altri autori, ha definito gli assiomi della comunicazione, cioè le regole fondamentali della comunicazione.
Assiomi:
1° assioma - È impossibile non comunicare. In qualsiasi tipo di interazione tra persone, anche il semplice guardarsi negli occhi, si sta comunicando sempre qualche cosa all'altro soggetto.
2° assioma - In ogni comunicazione si ha una metacomunicazione che regolamenta i rapporti tra chi sta comunicando.
3° assioma - Le variazioni dei flussi comunicativi all'interno di una comunicazione sono regolate dalla punteggiatura utilizzata dai soggetti che comunicano.
4° assioma - Le comunicazioni possono essere di due tipi: analogiche (ad esempio le immagini, i segni) e digitali (le parole).
5° assioma - Le comunicazioni possono essere di tipo simmetrico, in cui i soggetti che comunicano sono sullo stesso piano (ad esempio due amici), e di tipo complementare, in cui i soggetti che comunicano non sono sullo stesso piano (ad esempio la mamma con il figlio).